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lunedì 7 febbraio 2011

Tura Satana, un'altra icona se n'è andata

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La prorompente Tura Satana
Tura Satana (Tura Luna Pascual Yamaguchi) pochi sanno chi è.
La riscopriamo perché se n’è andata pochi giorni fa.
Una icona di un genere cinematografico di serie minore, che ha nella pellicola "Faster, Pussycat! Kill! Kill!", diretto da Russ Meyer nel 1966, la sua icona.
Tura nacque in giappone, nel 1938, sangue un po’cherokee nelle vene, anche lui attore, di film muti. La madre non era una casalinga ma una contorsionista.
Infanzia travagliata, vittima di uno stupro da bambina, a 13 anni si sposa in un matrimonio combinato, a 14, prese lezioni di karate, diviene danzatrice del ventre ma anche membro di una gang femminile di wind city Chicago.
Canta, balla per pagarsi da vivere, poi grazie alla sua procace bellezza diviene anche fotomodella. Fa colpo sul comico del cinema muto Harold Lloyd, che non sapeva però che Tura era minorenne, quando lo scoprì decise di non avere più nulla a che fare con lei per non avere guai legali (e questo ci ricorda storie quotidiane che interessano altri personaggi che rispondono al nome di Ruby e Berlusconi Silvio).
Debutta come attrice nel 1963 in Irma la dolce, di Billy Wilder. Dopo aver interpretato alcuni film per la televisione, ma è nel 1965 con  Russ Meyer che diventa qualcuno nel mondo del cinema, interpretando al parte di Varla in Faster, Pussycat! Kill! Kill!, che la trasforma in icona di quel genere, conosciuto come exploitation, e poi amata anche da un regista importante come Quentin Tarantino.
Vedova due volte, mamma di una nidiata di figli, Tura una vita normale non l’ha mai fatta.
La mettiamo vicino ad una altra icona dello spettacolo di serie B, Betty Page, regina delle pin up, scomparsa due anni fa.