Le Miss


Donne da vedere, da scoprire o...
da dimenticare...

venerdì 6 novembre 2009

Miss Ever: Jane Birkin

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Predestinata alla bellezza, al fascino.
Così doveva essere Jane Birkin, nata benestante seconda figlia del maggiore David Birkin (comandante della Royal Navy ed eroe della seconda guerra mondiale) e dell'attrice e cantante Judy Campbell famosa per le sue interpretazioni nei musical di Noel Coward.
Predestinata, quindi, che a soli di 17 anni a Londra, negli anni della swinging London, debutta sia come attrice che come cantante in un musical, col patrocinio di un mostro sacro della musica internazionale, quel John Barry che ha firmato i pezzi più celebri delle pellicole di James Bond, che poi ha sposato a soli 19 anni. Ma non sarà il solo “grande uomo” della sua vita. Intanto arriva ad incrociare Michelangelo Antonioni, che in Blow-up la spoglia disvelando il suo seno da sogno che diverrà quasi una icona.Poi sarà il cantante e musicista Serge Gainsbourg (col quale vivrà fino al 1980) a accrescere ancora la sua fama: nel 1969 la coppia Birkin-Gainsbourg pubblica la canzone Je t'aime... moi non plus, - originariamente incisa da Gainsbourg assieme a Brigitte Bardot e non pubblicata – scandalizzando il pubblico d’allora grazie ai gemiti della Birkin a commento del testo esplicito che, cantato da entrambi, alterna parole d'amore e descrizione di corpi nudi nel mezzo di un rapporto sessuale.
Oggi Jane – simbolo di libertà per tanti anni e a cui la casa del lusso Hermes le dedicò nell'84 la famosa borsa “sac Birkin” - ha superato i 60 anni ed è ancora bellissima; la bellezza del corpo androgino ma straordinariamente femminile non è svanita.
Vive in una casa tappezzata di ricordi, che richiamano le tre figlie, quattro compagni, una quindicina di dischi, sei spettacoli teatrali, più di cinquanta film come attrice e due come regista. In uno, Boxes, scatole, sembra parlare di sé: "Volevo fare un film sulla crisi di una donna che vive un momento terribile: a che cosa servirò ora che non posso più avere figli? che cosa accadrà? avrò diritto a un ultimo amore? o sarò solo un ricordo? qualcuno avrà ancora voglia di baciarmi?". Sembra la sua condizione, la scomparsa di Serge Gainsbourg, l’età…

Disse del padre: "Era un uomo straordinario, impeccabile. Da bambina mi portava alle manifestazioni contro la pena di morte. A sedici anni mi ha iscritto ad Amnesty International. Era contro la prigione. Andava a vedere Tom Bell (famoso sindacalista comunista scozzese) incarcerato dopo un comizio e diceva a sua madre: non si preoccupi signora, suo figlio non andrà in prigione, mi farò garante per lui. E io ero bambina e sentivo i topi sul tetto di madame Bell e vedevo cadaveri arrivare su barelle a rotelle, perché Madame Bell aggiustava i morti...
Era diventato una spia al servizio della Gran Bretagna. Poi, però, dopo la guerra ha continuato a combattere contro il sistema carcerario, fino alla fine. Ho avuto una grande fortuna: non ho dovuto cercarlo lontano il mio ideale di uomo. E tutti i miei compagni hanno subito capito che dovevano amare mio padre. La sera Serge e papà prendevano insieme il loro sonnifero, il loro era un rapporto affascinante anche da vedere".

Abbiamo ritrovato un ricodo per il suo film più importante, Blow up. "Doveva essere solo una comparsa, ma quel film ha segnato la mia carriera. Antonioni è stato di una estrema delicatezza con me e ha sempre seguito la mia carriera. Che grazia, che onestà, che pazienza. Ricordo il provino per Blow up: qualcuno mi chiede di scrivere il mio nome su un muro. Lo scrivo piccolissimo. Mi urlano: più grande! Alla terza lettera ti giri di profilo. JAN, profilo, E B e qualcuno urla ancora: perché fai così? Mi hanno detto di fare così, rispondo. Dice: scrivi forse il tuo nome così grande per attirare l'attenzione su di te? Allora scoppio a piangere farfugliando: mi hanno chiesto di scriverlo grande. E sento: cut! Allora Antonioni è venuto verso di me. 'Questo volevo sapere: se lei era vulnerabile. Ora le do tre pagine da leggere, ma ci pensi bene perché nel film dovrà essere completamente nuda'. Sono tornata a casa e ho raccontato tutto a John. 'Se proprio ti devi spogliare, un film di Antonioni è quello per cui vale la pena farlo', mi ha detto. Ma ha aggiunto: 'E comunque so che non lo farai mai. Perfino quando ti spogli a casa spegni sempre la luce'. Merde! Mi sono detta. Lo farò".
Oggi si impegna nel sociale: è stata in Bosnia durante la guerra, in Birmania per sostenere la lotta silenziosa di Aun San Suu Kyi, ha cantato a Ramallah e in Ruanda durante il genocidio. Da poco ha pubblicato un album live, "Jane Birkin au Palace".
Jane Birkin, bella come poche.